Sempre più persone si sono trovate in difficoltà, anche chi lavora. C’è chi infatti non riceve il compenso stabilito, chi invece non percepisce contributi. Ci sono molti motivi per i quali, può scattare il risarcimento ai danni del proprio datore di lavoro. Quest’ultimo può avvenire nei confronti del tuo titolare anche per altre ragioni. Insomma, quando il datore di lavoro tende a fare il furbo, c’è un metodo davvero infallibile per incastrarlo e provare a tutti la vostra ragione e che quindi lui diceva il falso.
Se il tuo datore di lavoro ti minaccia: ecco cosa devi fare
La subordinazione lavorativa è una questione davvero delicata perché pone una serie di diritti e doveri che bisogna rispettare. Ad osservarli devono essere sia il dipendente che il datore di lavoro. Il lavoratore deve prestare la propria attività in base alle direttive del proprio datore di lavoro, tutto espressamente scritto su un contratto.
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Il datore di lavoro, a sua volta, deve assicurare il salario e i contributi previsti dallo stato, ma anche sicurezza sul lavoro e tranquillità, si devono quindi evitare situazioni di mobbing, dove il dipendente tende ad essere emarginato dallo stesso titolare o i colleghi. Bisogna quindi prevenire un clima negativo, di disagio e malessere. Un modo furbo per incastrare il proprio datore di lavoro è quello di registrare le chiamate e le conversazioni, e non è sempre facile.
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Secondo la Cassazione si possono registrare conversazioni, a patto che vadano a dimostrare reati da parte del titolare. Diversamente, sarebbe un reato perché violazione della privacy. Tuttavia, queste registrazioni che servono a tutelare la propria persona o la propria sicurezza in caso di mobbing, devono essere dimostrate solo tramite processo. Non può invece diffonderle pubblicamente perché viola la privacy di tutti i componenti coinvolti nella faccenda e questo non è previsto dalla legge.