Ha destato sgomento e sdegno la vicenda della piccola Diana, la bimba morta di stenti dopo essere stata abbandonata a casa dalla madre per giorni. Cosa è emerso dall’interrogatorio eseguito dalle forze dell’ordine
Lo scorso mercoledì una bambina di soli 18 mesi di nome Diana è stata trovata morta di stenti a Milano nella sua abitazione.
La responsabile è stata individuata nella madre, Alessia Pifferi, una donna di 37 anni che l’avrebbe lasciata sola in casa per la durata di sei giorni. É stata lei stessa a rivenire il corpicino una volta ritornata a casa. Ha lanciato l’allarme chiamando prima una vicina e poi i soccorsi ufficiali ma ormai non c’era più nulla da fare. La donna è ora accusata di omicidio volontario aggravato da futili motivi e dalla premeditazione.
É avvenuto nel carcere di San Vittore di Milano l’interrogatorio di Alessia Pifferi, la donna accusata di aver provocato la morte della propria figlia di soli 18 mesi per abbandono. Presenti il gip Fabrizio Filice e l’avvocato dell’accusata, Raffaella Brambilla.
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Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Alessia Pifferi si sarebbe allontana dalla propria abitazione giovedì scorso per raggiungere il compagno a Bergamo (che non è il padre della figlia, avuta da una precedente relazione). Avrebbe abbandonato in casa Diana di soli 18 mesi per sei giorni. La piccola sarebbe deceduta di stenti. É stata ritrovata sdraiata su un lettino da campeggio con accanto un biberon e una boccetta semivuota di calmante.
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La procura ha richiesto la convalida del fermo e la custodia in carcere. Secondo quanto riportato dai colleghi di RaiNews, durante l’interrogatorio la donna è apparsa lucida e presente a sé stessa tanto da non dover richiedere una perizia psichiatrica. Non ha saputo dare risposte ad alcune domande circa il suo comportamento, tuttavia ha ammesso di essere a conoscenza che “poteva andare così”.
A quanto pare Alessia Pifferi è estranea a situazioni di degrado o tossicodipendenza. Diana era nata il 29 gennaio 2021; la madre non si era accorta della gravidanza fino all’ultimo, probabilmente indesiderata.
Al compagno dal quale si era recata aveva raccontato che la bambina era in buone mani, accudita da una zia. Inoltre, secondo quanto riportato L’Eco di Bergamo, la donna si spacciava per una psicologa infantile, dicendo di essere esperta nella crescita dei bambini.
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