Una lotta, una discussione senza fine e un dibattito che sembra non vedere vincitori: una domanda, se i giovani hanno voglia di lavorare.
Sembra essere la discussione più vecchia e antica della storia dell’umanità, e in particolare negli ultimi anni non ha fatto che accentuarsi. A combattersi tra loro due fazioni per distinte e schierate.
Da un lato, infatti, abbiamo i giovani: pronti ad affacciarsi al mondo del lavoro e dei grandi, pieni di speranze e spesso purtroppo illusioni. Non possono fare a meno di lamentare ogni volta quelle che sono le condizioni precarie e tutt’altro che favorevoli del lavoro in Italia. Dall’altro lato, invece, la cosiddetta vecchia guarda: parliamo della vecchia generazione, che a discapito delle lamentele sempre più insistenti dei giovani, non fa che rimarcare come i ragazzi in realtà non abbiano alcuna voglia di lavorare. Insomma, non è altro che la trasposizione di una delle lotte più antiche del mondo: vecchie generazioni contro nuove, chi avrà la meglio? Scopriamo insieme uno delle ultime argomentazioni a favore di questa eterna discussione.
Generazioni a confronto: i giovani davvero non hanno voglia di lavorare? Scopriamolo insieme
Sembra proprio che, a questa discussione, non possa davvero esserci una fine. Se non è il lavoro, infatti, a porre la vecchia e la nuova generazione su due fazioni ben distinte saranno senza dubbio altri temi molto importanti. La famiglia, i figli, la scuola, i doveri: insomma, siamo destinati a scontrarci e c’è poco da fare per arginare la situazione.
Nelle ultime settimane, però, la discussione è tornata a galla come spesso succede in modo ciclico. E questa volta sembra che si sia trovata un’altra ragione, una scusa che in poche parole le nuove generazioni userebbero per non lavorare. Parliamo proprio del reddito di cittadinanza, che secondo alcune persone sarebbe un vero e proprio nemico del lavoro. A lanciare l’allarme, in particolare, è stato Matteo Renzi: pare infatti che il settore turismo non riesca a coprire la bellezza di trecento cinquanta mila posti a fronte di una disoccupazione sempre più alta.
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L’ipotesi che è stata avanza, proprio per questo motivo, è che la causa di questo perorare nella disoccupazione da parte dei giovani è da cercare nel Reddito di Cittadinanza. E’ stato così proposto un miglioramento, che non prevede la sua abolizione ma semplicemente un cambiamento.
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La domanda, a questo punto, è semplice: davvero così tanti giovani preferiscono la disoccupazione a trovare un lavoro? La risposta è più semplice di quello che si pensa, e ci si dovrebbe infatti chiedere com’è possibile che il sussidio del RdC (il cui importo medio è di 581,38) possa eguagliare quello di un lavoro. Che i salari siano davvero così bassi in Italia?