Mascherine sul lavoro: multe salate per chi non la mette

Retromarcia del governo sull’argomento mascherine: ritorna l’obbligo e quindi anche le multe per chi non le mette a lavoro. La nuova regola è rivolta ad una determinata categoria di persone: chi non si attiene alle disposizioni rischia una multa.

Sembrava che con la fine dello stato di emergenza, a fine marzo, si potesse dire addio pure alle amate/odiate mascherine. Il 28 aprile era stata riconfermata l’intenzione di togliere l’obbligo delle mascherina, ma pochi giorni dopo – il 4 maggio – il governo ha fatto una decisa marcia indietro e ha reintrodotto l’obbligo.

Mascherine sul lavoro: multe salate per chi non la mette – tuttogratis.it

Non si tratta, però, di un obbligo universale. Solo una determinata categoria di lavoratori deve ancora sopportare l’utilizzo della mascherina: si tratta dei lavoratori del settore privato.

Mascherine sul lavoro: un grande ritorno

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Ebbene si. Gli unici coinvolti in questa “manovra” sono i lavoratori privati. I dipendenti pubblici non dovranno sottostare a quest’obbligo, anche se viene loro consigliato di avvalersi di questo strumento.
Sicuramente, chi lavora in questo settore dovrà rassegnarsi almeno per tutto giugno al rinnovo dell’uso obbligatorio. In particolare, chi lavora in un ambiente di condivisione del lavoro dovrà necessariamente indossare la mascherina; chi, invece, è situato in una posizione “isolata” non ha l’obbligo di far tenerla sempre sul viso. 
Insomma, chi pensava di essersi lasciato alle spalle una brutta fase, dovrà rassegnarsi almeno per un altro mese e mezzo.
Quello delle mascherine è stato uno degli argomenti più spinosi di tutti. Moltissime persone hanno rigettato l’utilizzo di questo strumento sanitario, portando anche alla creazione di situazioni spiacevoli sul luogo di lavoro.
Il datore di lavoro – pena una sanzione – ha l’obbligo di far rispettare la normativa vigente, ed ha pure il potere di infliggere sanzioni pesanti, quali la sospensione dal lavoro senza retribuzione o addirittura il licenziamento per giusta causa. Vari tribunali hanno avvallato simili decisioni, quando si è venuta a manifestare un comportamento recidivo.
Dal canto suo, il datore di lavoro deve fornire, gratuitamente, questi strumenti sul luogo di lavoro.

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