Le interrogazioni sono l’incubo che ogni studente cerca di evitare ad ogni costo.
I ragazzi per evitare questa difficile prova sono pronti ad affrontare qualunque cosa, anche a pugnalare alla schiena i propri compagni. Ma per un quieto vivere, è sempre bene evitare delle soluzione estreme.
La scuola offre delle esperienze davvero indimenticabili, sia nel bene sia nel male.
Probabilmente, i ricordi migliori o peggiori sono legati alle interrogazioni: ricordare di sentire il proprio nome chiamato dal professore, avvicinarsi alla cattedra e porsi di fronte a tutta la classe è un ricordo davvero indelebile, che fa correre un brivido lungo la schiena di tutti noi.
Si tratta di un momento di grande soggezione, anche perché non si devono affrontare solo le domande del prof, ma anche gli occhi inquisitori dei propri compagni. Se poi si va a scuola senza aver studiato, la sfida è ancora più dura.
Per evitare quello che è considerato un vero e proprio supplizio gli studenti sono pronti proprio a tutto. Per ironia della sorte, da ragazzi si tira fuori il proprio ingegno quando si deve evitare qualcosa, invece che convogliarlo verso un’esperienza utile a “lungo termine”, quale lo studio.
Bossare
Probabilmente si tratta del metodo più classico. Oltretutto, presenta pure alcune varianti: bossare tutte le lezioni o saltare solo qualche ora, con l’entrata posticipata o l’uscita anticipata.
Insomma, evitare di essere fisicamente in classe quando il prof scruta con sguardo intenso il registro dei nomi in cerca di qualcuno da chiamare.
Tuttavia, ci sono alcune difficoltà. Con l’avvento del registro elettronico, c’è un piccolo ostacolo da superare: i genitori. Non è più come ai vecchi tempi, in cui non si andava a scuola e “nessuno” lo sapeva. Con il registro elettronico, i genitori sono tempestivamente informati della mancanza del loro pargolo.
Quindi, è necessario rendere i propri genitori complici della malefatta. Su come agire con loro dipende molto dal rapporto e dal carattere: alcuni potrebbero essere più comprensivi del disagio e accondiscendere una volta, con altri potrebbe essere necessario inventarsi alcuni malori.
Tuttavia, bisogna fare una precisazione importante. Scegliere di bossare per evitare un’interrogazione è un gesto che potrebbe costare il rispetto dei propri compagni di classe.
La giustificazione
Al giorno d’oggi, ogni studente ha diritto ad una giustificazione a semestre. In questo modo può evitare di essere chiamato in maniera del tutto legale.
La soddisfazione di alzare la mano per annunciare al professore di aver un salvacondotto per la lezione in corso non ha prezzo. Peccato che si tratti di un piacere fugace, con solo 60 minuti di vita.
Tuttavia, il suo scopo è quello di prendere tempo.
Andare al bagno
Anche questo è un grande classico. Si tratta di una variante minore rispetto alla bossata. In un certo senso, è un po’ un’ultima spiaggia, perché si tratta di un metodo davvero palese, quasi patetico. Un po’ come evitare il contatto visivo del prof che sta per chiamare qualcuno alla lavagna.
Però questo genera una specie di meccanismo nella mente del professore, infatti la richiesta di andare al gabinetto equivale ad una confessione di non-studio. Se il professore non è un infame o si è svegliato bene quel giorno, potrebbe aver colto la disperazione della richiesta e decidere di passare oltre.
Se invece non è così clemente, beh, al ritorno al bagno, lo troverete ad aspettarvi.
Dire di non aver capito l’argomento
Prevenire è meglio che curare. Nel caso si tema l’interrogazione, in particolare perché si sa che gli argomenti richiesti sono difficili, si può provare con una strategia molto sottile. Chiedere al professore di rispiegare determinati argomenti che non si sono capiti. In questo modo si dimostrerà interesse per la materia e di averci quantomeno provato.
Se il prof decide comunque di interrogare, è probabile che però escluda argomenti più difficili e spiegati più di recente nell’interrogazione.
Il sistema dei volontari
Per sconfiggere il sistema bisogna avvalersi di un altro sistema: quello dei volontari. Tuttavia, per produrre un metodo efficace bisogna sapersi organizzare. Non si può arrivare in classe senza che martire del giorno sia stato scelto, non si può lasciare nulla al caso. Anche perché in situazioni come queste, si finisce poi con il dover supplicare a sfinimento la gente.
La cosa migliore è organizzare dei calendari per le interrogazioni in modo da gestire anche i ritmi di studio. Ovviamente, per fare in modo che il sistema funzioni è necessario evitare le infamate: non si deve tirare il pacco, e se succede di non poter andare a scuola per dei motivi seri, ci devono essere delle riserve pronte a sostituire l’assente.
La maggior parte dei professori non accetta questo sistema. Anche se è sempre possibile provare a sondare il terreno, qualcuno più aperto si può trovare. Molti, però, accettano i volontari alle interrogazioni, per cui basta tenere il calendario “clandestino”. In questi casi, però, bisogna stare attenti perché il professore potrebbe insospettirsi da una tale ondata di eroi pronti al martirio.