I buoni pasto possono essere una soluzione ottimale non solo per le aziende ma anche per i lavoratori: partite Iva oppure dipendenti. Questo perchè i costi dei buoni pasto sonodeducibili ai fini delle imposte e l’IVA è può essere completamente detratta.
I buoni pasto sono concetti complessi: quindi cerchiamo di sciogliere i dubbi sulla loro funzionalità e sui loro vantaggi. Ma prima di tutto, facciamo un passo indietro e chiariamo dei termini che sono fondamentali per una totale comprensione della questione.
Buoni pasto: perchè sono vantaggiosi
Il costo deducibile è una spesa che può essere sottratta dal proprio reddito, riducendo quindi il totale dove le tasse verranno poi calcolate. E qui entrano in gioco le deduzioni, tramite queste si può avere quindi un reddito imponibile ridotto.
Per quanto riguarda l’Iva invece, questa viene detratta dalla somma delle imposte da versare, abbassando quindi il totale. Dopo queste considerazioni viene da sé, considerare i buoni pasto un vantaggio fiscale.
Partita Iva: i liberi professionisti e le ditte individuali possono dedurre fino al 75% dei costi ai fini delle imposte dirette nel limite del 2% del fatturato e detrarre l’IVA del 10%.
Ma non è tutto c’è anche il vantaggio che consente di presentare una sola fattura per ogni spesa. Quindi se abbiamo la partita IVA e pranziamo spesso fuori invece di chiedere la fattura per ogni spesa, basta tenere da parte solo quella dell’acquisto di buoni pasto.
Bisogna sapere che questo non avviene per coloro che hanno una una partita IVA con il regime forfettario, infatti questa modalità non permette detrazioni perché lavora in regime di franchigia dell’IVA.
Aziende: per le aziende invece i buoni pasto sono deducibili al 100% ai fini delle imposte dirette e permettono di detrarre interamente l’IVA al 4%.
Dipendenti: i vantaggi coinvolgono non solo l’azienda ma anche i lavoratori, infatti per quest’ultimi non sono reddito di lavoro dipendente e sono esenti da contributi fiscali e previdenziali.