Cosa succede quando la Certificazione Unica è sbagliata? Vediamo come funzionano le correzioni e chi paga gli errori.
Inviare una Certificazione Unica (CU) sbagliata all’Agenzia delle Entrate cosa comporta? È possibile revisionarla e correggete i dati con una certificazione unica rettificativa entro 5 giorni dalla scadenza del 16 marzo, ma se abbiamo superato quella data che succede?
La Certificazione Unica è il primo passo per la dichiarazione dei redditi, grazie al suo modello il sostituto d’imposta, ovvero il datore di lavoro invia una comunicazione all’Agenzia delle Entrate e al dipendente sulla cifra dei redditi riconosciuti nell’ultimo anno, oltre che le ritenute fiscali fatte, le detrazioni e i bonus.
Tutte le informazioni della CU servono per comunicare i dati dei redditi per la precompilata, e anche per la liquidazione definitiva delle imposte con modello 730.
La data ultima per l’invio telematico della Certificazione Unica 2022 è stata il 16 marzo 2022 ma vediamo come funziona l’eventuale rettifica. Come preannunciato il lasso di tempo che consente un’eventuale rettifica è quello dei 5 giorni. E se siamo fuori da questo range di giorni?
Le Certificazioni Uniche che non possono essere corrette avranno nella dichiarazione dei redditi dati o valori che dovranno essere modificati a cura del contribuente. Ma occorre considerare delle situazioni.
Per quanto riguarda il nuovo invio della Certificazione Unica 2022 in caso di scarto. In questo caso è importante considerare la data della comunicazione verificabile nella sezione “Ricevute” del sito dell’Agenzia delle Entrate, da questa data si calcolano i 5 giorni.
Qualora la CU fosse stata inviata in una nata vicina alla scadenza, può succedere che lo scarto venga comunicato dall’Agenzia delle Entrate superando la data del 16 marzo e quindi va da sé che il conto deve essere riformulato.
Qualora ci fossero ritardi, errori ed omissioni nella CU e anche nel caso di mancata correzione entro i 5 giorni il datore di lavoro sarà soggetto a sanzioni, nello specifico.
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