Quando e perchè la domanda per l’assegno ordinario di invalidità non va a buon fine? Scopriamo tutti i motivi.
La negazione della domanda per l’assegno ordinario di invalidità è un bel problema e può capitare. Prima di affrontare la questione, partiamo dalla normativa. Questa sottoscrive che l’assegno ordinario di invalidità deve essere dato ad un lavoratore, che abbia almeno 5 anni di contributi (di cui almeno 3 versati nel quinquennio che precede la domanda) oltre che il riconoscimento della riduzione della capacità lavorativa superiore a due terzi.
Partendo da questa base, cerchiamo di capire perchè la richiesta per l’assegno ordinario di invalidità viene negata.
L’INPS ha chiarito che il requisito sanitario necessario per avere diritto all’assegno ordinario di invalidità è strettamente legato alla capacità lavorativa nelle attività confacenti le sue attitudini.
Tramite questo assegno ordinario in qualche modo si definisce una seconda volta il tipo di invalidità. Non parliamo di termini generali ma del lavoro specifico. La commissione in tal senso, non si riferisce alla capacità lavorativa base ma in riferimento all’occupazione di chi presenta la richiesta. Ecco perchè non tutte le persone invalide possono veder approvata la loro domanda a questo tipo di assegno. Considerando che l’invalidità civile viene riconosciuta sulla base di tabelle in riferimento alla diminuzione della capacità lavorativa, mentre per la questione dell’assegno si fa riferimento alla riduzione della capacità lavorativa specifica in relazione alla professione svolta.
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Per questo motivo la valutazione non è standardizzata ma segue il singolo caso. L’assegno è riconosciuto solamente al disabile che a causa della sua condizione abbia delle difficoltà per svolgere quel particolare lavoro. Motivo per il quale potrebbe essere dato ad una persona e ad un’altra che fa lo stesso lavoro può essere negato.
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Nonostante la percentuale di invalidità certificata, non è possibile confermare quali misure saranno applicate, dato che per averne diritto serve la certificazione che l’invalidità produca dei problemi nello svolgere il lavoro. Qualora la domanda sia stata spinta 2 volte e non per motivi legati ai contributi, probabilmente la condizione è ritenuta non invalidante per svolgere quello specifico lavoro.
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