Come dovrebbero essere le caratteristiche del posto di lavoro per chi vive in Italia in base all’età? Lo ha spiegato un recente studio
In Italia, il problema della scarsità di lavoro è ancora molto sentito. Nonostante la presenza di molte persone competenti e ben formate, trovare un impiego adeguato alle proprie competenze rimane una sfida significativa. Questo fenomeno ha portato a un aumento della cosiddetta fuga di cervelli, con giovani talentuosi che lasciano il paese in cerca di migliori opportunità all’estero.
Il sistema educativo italiano produce laureati di alto livello, ma il mercato del lavoro interno spesso non riesce a valorizzare appieno queste competenze. Settori innovativi e tecnologici, che altrove offrono numerose opportunità, in Italia sono meno sviluppati o non sufficientemente supportati. Questo disallineamento tra formazione e opportunità lavorative spinge molti giovani a cercare fortuna in paesi dove le loro competenze sono maggiormente richieste e adeguatamente retribuite.
L’emigrazione di giovani laureati e professionisti rappresenta una perdita significativa per l’Italia, che investe in formazione senza riuscire a trattenere il talento necessario per la crescita economica e l’innovazione. Per contrastare questo trend, sarebbe fondamentale implementare politiche mirate alla creazione di posti di lavoro qualificati, incentivare l’innovazione e sostenere le imprese nel valorizzare il capitale umano disponibile. Solo così si potrà sperare di invertire la tendenza e trattenere in Italia le menti brillanti che potrebbero contribuire al progresso del paese.
È questo il lavoro dei sogni degli italiani: lo dice la scienza
Per gli italiani, l’azienda ideale si distingue per l’equilibrio tra lavoro e vita privata, opportunità di formazione e flessibilità. Una ricerca di Heineken Italia, condotta da AstraRicerche su un campione di oltre mille lavoratori, rivela che il benessere personale è prioritario rispetto al guadagno, indipendentemente dall’età.
Il tempo libero è al primo posto per il 51,5% degli intervistati, seguito dalla possibilità di crescere professionalmente attraverso l’offerta formativa (40,7%) e dalla flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro (40,5%). Altri aspetti rilevanti includono i pacchetti di welfare (34,5%), l’attenzione alla diversità e inclusione (27,5%), e salari superiori alla media (27%).
La Generazione Z e i Millennials danno particolare importanza al tempo libero, mentre la Generazione X privilegia lo sviluppo delle competenze. Il posto fisso rimane un’ambizione per molti, soprattutto tra la Generazione X e i Baby Boomers, che preferiscono lavorare in aziende storiche, di grandi dimensioni e con una presenza internazionale.
Le generazioni preferite per collaborare sono la Generazione X (69,5%) e i Millennials (63%), apprezzati per la condivisione di valori e la capacità di relazionarsi. La Generazione Z, invece, si distingue per le competenze tecnologiche, la creatività e la mancanza di pregiudizi, ed è apprezzata per il dialogo e la visione innovativa.
Per contrastare la fuga di cervelli, la Generazione Z suggerisce che le aziende dovrebbero garantire stabilità lavorativa, offrire maggiori benefit, creare posizioni in linea con i percorsi di studi e investire nella formazione e nello sviluppo professionale