Devi fare molta attenzione quando acquisti le verdure perché molte sono colpite da pesticidi: ecco quali sono le più contaminate
Ogni giorno, quando mettiamo in tavola alimenti di origine vegetale, ci troviamo a consumare una quantità significativa di insetticidi e fungicidi. Questo riguarda non solo la frutta e le verdure fresche, ma anche i prodotti trasformati e persino il miele.
Il rapporto “Stop pesticidi nel piatto”, elaborato da Legambiente e Alce Nero, fornisce un’analisi dettagliata della situazione riguardante l’impiego di pesticidi nell’agricoltura e il loro impatto sulla nostra alimentazione.
Secondo il rapporto, la frutta è ancora la categoria più colpita dalla presenza di residui di pesticidi, mentre per la verdura si registra una maggiore presenza di campioni privi di tali residui, con una percentuale di irregolarità minore. Tuttavia, oltre il due terzi dei campioni di verdura analizzati contiene almeno un residuo. Contrariamente, la maggior parte dei prodotti di origine animale risultano esenti da residui. Ma quali sono le verdure a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione?
Il report del 2022 ha esaminato un totale di 6085 alimenti provenienti sia dall’agricoltura convenzionale che biologica. Questi campioni, sia di origine animale che vegetale, hanno rappresentato una vasta gamma di generi alimentari, tra cui frutta, verdura e prodotti trasformati. Nei dati relativi all’agricoltura convenzionale (5940 campioni), si è riscontrata una percentuale relativamente bassa di alimenti irregolari, che rappresentano l’1,62% del totale e includono prodotti con residui superiori al Limite Massimo di Residuo (LMR), sostanze non consentite o fitofarmaci ritirati dal mercato.
Il rapporto rivela che il 59,18% degli alimenti è risultato regolare e privo di residui, mentre il 39,21% ha mostrato tracce di uno o più residui di fitofarmaci, con una percentuale di monoresiduo del 15,67% e un multiresiduo del 23,54%.Per quanto riguarda la verdura, è stato osservato che il 68,55% dei campioni è privo di residui, con solo l’1,47% che presenta irregolarità. I peperoni, le insalate, i pomodori e gli ortaggi a foglia, come spinaci, bietole e cavoli, sono risultati tra i più colpiti dalla presenza di residui, con una percentuale di contaminazione variabile.
Per gli alimenti trasformati, il report ha evidenziato una bassa percentuale di irregolarità, pari allo 0,67%, mentre il 36,22% degli alimenti ha mostrato la presenza di uno o più residui. Tra questi, i cereali integrali trasformati e il vino hanno registrato le percentuali più alte di residui rilevabili.
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