Per riscaldare casa non c’è bisogno di accendere i termosifoni, accantoniamoli. Ecco come riscaldare la casa senza spendere tanto
Con l’arrivo dell’inverno, una preoccupazione diffusa si diffonde tra gli italiani: accendere i riscaldamenti significa affrontare bollette elevate. Nonostante il freddo che si insinua nelle case, molti esitano ad attivare i termosifoni, timorosi degli impatti finanziari che ne derivano. Il dilemma è evidente: il desiderio di un ambiente caldo e confortevole deve confrontarsi con la paura delle bollette che crescono proporzionalmente al consumo di energia per il riscaldamento. Questa incertezza spinge molte famiglie a cercare alternative, a volte meno efficienti, per mantenere una temperatura accettabile nelle loro abitazioni.
La ricerca di soluzioni sostenibili diventa cruciale in un contesto in cui il freddo inizia a farsi sentire. Dalle coperte extra ai metodi di riscaldamento alternativi, gli italiani cercano di bilanciare il comfort termico con la necessità di contenere le spese energetiche.
In questo periodo di incertezza economica, la gestione oculata del riscaldamento e l’adozione di pratiche di risparmio energetico diventano essenziali. L’utilizzo di termostati programmabili, la chiusura delle porte e delle finestre per evitare dispersioni, e l’esplorazione di opzioni di riscaldamento più efficienti sono solo alcune delle strategie adottate per mantenere il calore in casa senza incorrere in bollette insostenibili. La ricerca di un equilibrio tra comfort e risparmio diventa, quindi, la sfida di questo inverno italiano.
Se possiedi già una stufetta elettrica o un termoventilatore, è possibile fronteggiare le giornate fredde accendendoli per un breve periodo. Tuttavia, è essenziale tenere sotto controllo i consumi energetici. Ad esempio, un termoventilatore utilizzato per soli 10 minuti comporta un consumo di circa 0,3 kilowattora, pari a 12 centesimi di euro. Se impiegato per diverse ore al giorno, il consumo giornaliero può arrivare a circa 8 kilowattora, ovvero circa 2,8 euro.
Esistono due tipologie di stufe elettriche sul mercato: a convezione, che riscaldano l’aria attraverso una resistenza elettrica, e a irraggiamento, che diffondono calore attraverso raggi infrarossi. Entrambe consumano energia, con alcune differenze; i termoventilatori raggiungono solitamente una potenza massima di 2.000 watt, mentre le stufe a irraggiamento arrivano a 1.500 watt.
Per un’alternativa meno energivora, il climatizzatore è consigliato. Rispetto alle stufe elettriche, è una scelta più efficiente. I climatizzatori a pompa di calore possono trasformare un kilowattora assorbito in 4-6 kilowattora termici. Tuttavia, è fondamentale regolare attentamente il termostato, impostandolo a 18 gradi e utilizzando gli split solo nelle stanze occupate. In camera da letto, si consiglia di far funzionare il climatizzatore qualche minuto prima di dormire o programmare l’accensione circa 10 minuti prima di svegliarsi.
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