Spesso facciamo cose che ci sembrano giuste ma che in realtà sono cattive abitudini: scopriamo cosa non ti aspetteresti mai
Sappiamo bene che in questo periodo tutto ciò che bisogna fare è risparmiare, questo è dovuto soprattutto al fatto che non si hanno più possibilità di spendere soldi per sé stessi, per via degli obblighi mensili. Ogni mese, infatti, dobbiamo pagare tutte le spese che sono sempre più alte e nella maggior parte dei casi arranchiamo.
Molti provano a mettersi soldi da parte ma non ci riescono perché le utenze sono care e i beni alimentari spesso inaccessibili. Il consumo domestico è quello che più preoccupa le persone, perché i riscaldamenti gravano parecchio in bolletta. Quello più dispendioso è sicuramente il condizionatore, ma bisogna anche stare attenti ad alcuni elettrodomestici, molti consumano anche da spenti. Tra quelli che consumano di più c’è la stufa elettrica ma anche il forno elettrico, questo è infatti più dispendioso rispetto alla friggitrice ad aria.
Per non spendere troppo, dobbiamo anche stare attenti alle nostre abitudini al supermercato. Spesso ci facciamo abbindolare dalle offerte e quindi tendiamo a comprare cose che non ci servono realmente. Spesso anche il tipo di carrello ci spinge a comprare più del dovuto. Queste però non sono le uniche cattive abitudini che abbiamo. Ce n’è una in particolare che ci fa spendere parecchi soldi.
Non tutti lo sanno ma l’uso frequente e continuo della carta di credito potrebbe essere nocivo per il nostro portafoglio. Il primo problema riguarda le spese a livello annuo. Affinché funzioni dobbiamo aprire un conto corrente presso l’intermediario emittente, quindi con un onere mensile.
Gli intermediari spesso offrono la carta gratis il primo anno quando si apre il conto. Il canone si riattiva invece dopo un anno. Utilizzare la carta invece del contante fa perdere la percezione dell’acquisto, ovviamente parliamo di piccoli pagamenti.
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Questo succede perché il denaro viene preso in futuro, ed è per questo che si chiama carta di credito. Ma anche per una ragione psicologica, perché se non c’è uno scambio fisico di banconote-merce, porta i consumatori a spendere di più. Quando quindi andremo a spendere, l’atto verrà considerato in maniera minore rispetto a quando paghiamo in contanti. Pagare “cash”, ci fa sentire di più il peso dell’”uscita”di soldi.
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