Moneta da 10 Lire con Vittorio Emanuele II. Consideratevi veramente fortunati se ne avete conservato un esemplare: oggi può valere fino a 20mila euro
Il collezionismo può essere più che un semplice hobby; a volte si può trasformare in una vera e propria fonte di guadagno.
Ne sanno qualcosa gli appassionati di numismatica. In realtà questo termine genera spesso confusione. S’intende principalmente lo studio scientifico di una determinata moneta (ma anche banconote, medaglie, medaglioni, gettoni e medagliette religiose) per carpire maggiori informazioni sul popolo che l’ha usata sotto diversi punti di vista: storico-geografico, artistico e, ovviamente, economico. Con “numismatica”, però, in generale s’identifica anche il semplice collezionismo.
Tuttogratis.it vi aveva già parlato in precedenti articoli di monete il cui valore è accresciuto nel tempo, andando ben oltre quello nominale.
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É il caso, ad esempio, delle 5 lire Uva che possono essere scambiate addirittura per 50mila euro.
Oggi, invece, vi proponiamo l’analisi di un’altra moneta storica appartenente al vecchio conio italiano che potrebbe portare nelle tasche del suo possessore un gruzzolo non indifferente. Stiamo parlando delle 10 Lire Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II.
Sono state coniate dal 1850 al 1860. Se si considera la data in cui avvenne l’unità d’Italia (cioè il 1861) è facilmente intuibile perché questa moneta abbia un’importanza storica consistente. Furono prodotte dalla zecca di Genova, di Torino e Bologna e sono conosciute anche con il nome di 10 Lire Collo Lungo.
Le 10 Lire Regno di Sardegna Vittorio Emanuele II hanno un diametro di 18 mm, il peso di 3,22 grammi. Il materiale usato è oro al 900% e il contorno appare rigato.
Sul lato del dritto troviamo inciso il profilo di Re Vittorio Emanuele II rivolto a sinistra. Attorno vi è la scritta “VICTORIVS EMMANUEL II D G REX SARD CYP ET HIER”. Sotto il collo è possibile scorgere la firma dell’incisore, ossia Giuseppe Ferraris.
Sul lato del rovescio è inciso lo Stemma con la Croce, la Corona e il Collare dell’Annunziata. Attorno due rami di lauro incrociati in basso. Sotto c’è l’indicazione del valore “L. 10” con i marchi della zecca.
Una di queste monete prodotta nel 1857 può essere venduta per 9mila euro se in Fior di conio (ossia in qualità perfetta).
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Un esemplare del 1860, invece, può raggiungere il valore di 20mila euro, anche 25mila euro se appartiene alla Zecca di Bologna.
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