Alla morte di una persona segue la divisione dei suoi beni tra coloro che sono stati designati come eredi. Si viene così a creare quella che viene definita una successione ereditaria, secondo il termine tecnico. In questo contesto, c’è la possibilità che si crei eredità giacente.
Non tutti sanno di che cosa si tratti. L’eredità giacente può diventare una parte fondamentale in determinate successioni. Per questo motivo è meglio sapere di che cosa si tratta, in modo da evitare brutte sorprese.
Un’eredità giacente si configura nel momento in cui si viene a creare incertezza riguardo alla destinazione del patrimonio di lasciato dal defunto ai propri successori.
Con giacenza s’intende la mancanza di una decisione da parte dei soggetti che dovrebbero ereditare. La conseguenza diretta è un esito incerto circa le sorti dell’eredità.
Di solito, queste situazioni vengono a configurarsi in due situazioni: con la mancata accettazione dell’eredità e con la non disponibilità dei beni ereditari.
Quando si decide di nominare la figura del curatore, si viene a creare la stessa giacenza. L’istanza di nomina viene fatta solo quando un erede manifesta la volontà di non accettare l’eredità oppure di non voler compiere gli atti necessari per entrarne nel possesso della stessa.
A designare il curatore per l’eredità giacente è lo stesso tribunale in cui si è aperta la successione: può essere scelto di ufficio o in base ad una manifestazione d’interesse. La figura rimarrà in carica fino a quando il patrimonio da lui amministrato non venga accettato dagli eredi, cioè fino a quando non si concluderà la giacenza.
Tra le sue mansioni rientrano:
– la redazione dell’inventario;
– la liquidazione delle passività;
– le attività d’impresa e la vendita, se necessario o se utile, dei beni immobili.
In caso contrario, il curatore per l’eredità giacente terminerà il proprio compito, se:
– il chiamato accetta l’eredità;
– l’attivo riferito all’eredità si esaurisce;
– si accerta che non sono presenti dei chiamati all’eredità.
Il Tribunale ha il potere di sostituire il curatore o revocargli l’incarico, qualora egli dimostri di non svolgere a dovere il proprio lavoro.
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