Nel 2022 per le coppie che decidono di sposarsi cambiano molte cose: ecco cos’è successo.
Era atteso da molto tempo, quasi come la fatidica proposta o l’anello di fidanzamento. Effettivamente, ci si aspettavano delle grandi cose da “lui”; soprattutto che invogliasse molte persone a prendere coraggio per fare il grande passo della vita, dando così anche una mano ad un settore tra i più colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia.
Si sta parlando del Bonus Matrimoni, su cui molti, per l’appunto, avevano confidato, ma, purtroppo, non sarà più possibile.
Il governo Draghi, che ha effettivamente rinnovato il Bonus Matrimoni, per l’anno a venire, con il Decreto Sostegni Bis, ma a favore delle sole imprese o aziende, mentre i futuri sposi si ritrovano a bocca asciutta.
La proposta inizialmente presentata a Camera e Senato prevedeva aiuti sia alle attività del settore wedding, che sono davvero tantissimo e variegate, sia alle coppie che avevano intenzione di convolare a nozze. In questa prima versione ai futuri sposi spettava una detrazione pari al 25% delle spese sostenute per le nozze.
Tuttavia, fin dal principio, il Bonus Matrimoni ha fatto un po’ storcere il naso, perché molti hanno contestato che ci fosse chi avesse più bisogno di sostegno. Probabilmente è proprio per questo motivo che Draghi ha deciso di fare delle modifiche a questo progetto, dedicandolo solo alle imprese.
Per quanto riguarda queste ultime, le aziende hanno disposto di un fondo perduto, che mette a loro disposizione circa il 30% di quello che hanno perso con la crisi dovuta al lockdown.
Ora rimane da capire quanti saranno disposti a sposarsi, dovendo, in tempi così difficili, sostenere tutte le importanti spese del matrimonio da soli. Pertanto, anche se il Bonus Matrimoni è una certezza per i prossimi tre anni, visto che il Decreto Sostegni Bis è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e convertito in legge, il destino del settore, nel prossimo futuro, è ancora un’incognita.
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Quindi, al momento, visto che non si può contare sul Bonus, l’unico aiuto che gli sposi possono cercare di ottenere è il caro vecchio assegno per congedo matrimoniale dell’INPS. Questo aiuto può essere richiesto da entrambi i coniugi, a patto che lavorino come operai, apprendisti, lavoratori a domicilio, marittimi di bassa forza e dipendenti di aziende industriali, artigiane e cooperative e facciano richiesta non oltre 60 giorni dal lieto evento. La domanda va depositata presso il datore di lavoro.
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L’assegno spetta anche ai disoccupati che riescano a dimostrare di aver lavorato almeno 15 giorni nei 90 giorni precedenti al matrimonio come dipendenti di aziende industriali, artigiane o cooperative. Questi ultimi hanno un anno di tempo, dalla data del matrimonio, e devono rivolgersi direttamente all’INPS.
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