L’aria è più pulita, fresca e pungente, l’alba arriva prima, e il cielo è spesso più limpido, l’azzurro più accecante. La montagna affascina tutti con la sua particolare e magica atmosfera, ma abbandonereste mai la vitalità e la frenesia della città, per scegliere uno stile di vita più calmo e sano come quello che potreste trovare in un rifugio? Decidiamo insieme se ne può valere davvero la pena.
Molte volte vi è capitato di pensare: -basta ora mollo tutto e vado a vivere in montagna, come un eremita-. Beh, in realtà c’è chi questa scelta l’ha fatta davvero. Da chi in montagna ci è nato e cresciuto, a chi invece ha deciso di trasferirsi semplicemente per cambiare stile di vita e per la profonda passione per l’alta quota.
Ed è proprio in alta quota che si va per trovare pace, solitudine e ritmi più umani, più naturali. Se il covid ci ha fatto riscoprire lo spazio per noi stessi, molte persone hanno iniziato ad immaginare il proprio spazio in un ambiente più vicino alla natura e lontano dal caos cittadino. Andando sempre di più verso un economia circolare, la montagna ha attirato e attira moltissimi giovani, laureati e avviati professionalmente a cambiare rotta per dedicarsi ai piaceri autentici dell’alta quota. Sono proprio gli imprenditori più creativi a cercare di portare avanti progetti green, allevamenti di bovini e pecore. Coltivano orti, per lavorare e mangiare direttamente i frutti della loro terra, oppure scelgono di avviare dei progetti enogastronomici km 0 e nel rispetto totale della natura.
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Un esempio concreto di un imprenditore che questo cambio radicale dalla città alla montagna l’ha fatto davvero, è Paolo Cognetti, che da Milano ha deciso di trasferirsi in montagna, per scrivere libri e per aprire un rifugio. Al Corriere dice, parlando della sua vita in montagna: – “un grande slancio iniziale, che dura un anno, seguito dalla fase in cui sentono la fatica e l’isolamento. L’avvicinarsi del secondo inverno è il momento critico”.
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Concludendo la nostra riflessione; possiamo dire sicuramente che la montagna come luogo di riflessione e contemplazione può essere, una vera ispirazione per la mente e uno stimolo profondo per il corpo, con tutte le difficoltà che comporta l’isolamento e la difficoltà negli spostamenti. La mancanza di luoghi di aggregazione, ma anche la lontananza dalle scuole e dalle università, rende la vita in montagna, una scelta ancora per pochi. Chissà però, se con lo smartworking sempre più diffuso e frequente, e l’evoluzione della società e del lavoro sempre più digitale, non avremo l’esigenza di ritornare alle radici della terra, per ricongiungerci alla sua maestosa sincerità.
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